Le sostanze usate per i tatuaggi non possono essere considerate come cosmetici in quanto vengono inserite nella pelle.
PIGMENTO: sostanza colorata insolubile o scarsamente solubile in acqua e nei solventi organici, per cui tali sostanze si trovano prevalentemente allo stato solido, anche nei tessuti viventi.
Il comitato dei ministri del consiglio europeo ha approvato il 20 febbraio del 2008 la risoluzione ResAP (2008) sui requisiti e criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente (che sostituisce la precedente ResAP (2003). Tale provvedimento ha lo scopo di colmare il vuoto legislativo in materia al fine di tutelare la salute pubblica dal rischio che i tatuaggi e il trucco permanente possono comportare.
Secondo questa risoluzione i pigmenti:
• Devono essere sterili e confezionati in contenitori, preferibilmente monodose, che ne garantiscano la sterilità fino al momento dell’applicazione.
• Devono essere privi di conservanti
• Devono avere un’etichettatura che consenta di risalire al produttore, alla scadenza del prodotto, alle condizioni di corretta conservazione, agli ingredienti. Inoltre sull’etichetta devono essere riportate le indicazioni sull’uso e le avvertenze, il numero di lotto, la garanzia di sterilità.
• Non devono far parte di una lista di sostanze proibite in quanto tossiche, mutagene o cancerogene
I pigmenti usati per il trucco permanente
Sono prevalentemente sintetici, creati cioè in laboratorio, sia inorganici che organici.
COMPOSTI INORGANICI: ossidi, anidridi, acidi, basi, Sali. Non contengono atomi di carbonio ad eccezione dell’anidride carbonica, acido carbonico e carbonati.
– I pigmenti inorganici naturali sono polveri minerali (per eccellenza le terre), non sfruttabili nel micro tatuaggio a causa della presenza di impurità.
– I pigmenti inorganici sintetici sono invece fondamentali nel trucco permanente e sono essenzialmente ossidi (biossido di titanio=bianco – ossidi di ferro = nero, rosso, marrone – ossido di cromo=verde- ecc..). Questi pigmenti hanno molte caratteristiche positive: sono ben compatibili e scarsamente allergizzanti, stabili nel tempo, hanno buona persistenza nella cute. Hanno anche caratteristiche negative: con gli anni possono variare di tonalità, sono scarsamente luminosi e la gamma di colori ottenibili è limitata.
COMPOSTI ORGANICI: sono i composti del carbonio, ovvero composti che presentano uno o più atomi di carbonio(C) nella loro molecola.
– Pigmenti organici naturali: non usati nel trucco permanente perchè sono allergizzanti. L’unica sostanza di questa categoria sfruttata nel micro tatuaggio è la polvere inerte di carbone e la cocciniglia (acido carminico, spesso sostituito da coloranti di sintesi, dato l’elevato costo).
– Pigmenti organici sintetici: sono derivati degli idrocarburi ottenuti in laboratorio sono molto usati in cosmetica e nella micro pigmentazione. Vantaggi: offrono un’ampia gamma di colori, sono intensi e luminosi. Svantaggi: tendono a virare e sono meno stabili nel derma rispetto ai pigmenti inorganici sintetici.
I colori per la micro pigmentazione derivano da una miscela studiata composta da differenti percentuali di pigmenti inorganici ed organici sintetici.
Le particelle di pigmento, che inizialmente sono irregolari e hanno dimensioni di circa 30 micron, vengono ridotte a dimensioni inferiori ai 20 micron e rese lisce e sferiche tramite un micronizzatore . Successivamente le particelle così ottenute vengono incapsulate allo scopo di ridurre l’entità della risposta immunitaria.
Una volta ottenuta la polvere colorante viene mescolata ad un liquido diluente (acqua distillata e/o glicerina) per poterla trasferire nel derma. Infine la sospensione così ottenuta viene inserita in appositi contenitori, sterilizzata (con i raggi gamma) e poi si procede all’etichettatura.
I PIGMENTI USATI NEL TATUAGGIO ARTISTICO
Sono soprattutto Sali di metalli inerti e ossidi, entrambi composti inorganici.
– Pigmenti organici sintetici: non usati
– Pigmenti organici naturali: molto usato il carbone inerte, il Logwood (estratto vegetale) e estratto di coccinella (spesso sostituito da pigmenti di sintesi).
– Pigmenti inorganici sintetici: Sali di metalli inerti (solfuri, silicati, ecc.), ossidi (di ferro, di titanio, cromo, ecc…).
– Pigmenti inorganici naturali: non sono usati (l’ultramarine, contenente silicati di alluminio e solfuro di sodio, viene ormai prodotto sinteticamente visti gli elevati costi di estrazione dai lapislazzuli)
COMPOSIZIONE DEI COLORI PER TATUAGGIO ARTISTICO
La maggior parte dei colori per tatuaggi sono inchiostri a base di sali metallici inorganici il cui uso primario non è proprio quello di essere inseriti nella pelle. Attualmente, gli organismi di regolamentazione, come la Food and Drug Administration, non approvano l’uso di inchiostri colorati da iniettare nella pelle. L’idea comune è che questi pigmenti siano inerti e che non siano in grado di causare problemi per la salute umana, eppure, in letteratura, sono state documentate un numero piuttosto elevato di reazioni avverse in persone tatuate proprio a causa dei sali metallici inorganici contenuti nei colori.
Il rosso è il colore più frequentemente associato allo sviluppo di patologie della pelle. Infatti, sono state osservate reazioni granulomatose, eczematose, pseudolinfomatose e lichenoidi. Il colorante rosso è di solito dovuto al solfuro di Hg (mercurio), ma possono anche essere usati il solfuro di Cd (cadmio) e il seleniuro di Cd, o in alternativa l.ossido di Fe (ruggine) e l’idrato ferrico (terra di siena/ocra rossa
L’arancione può essere considerato una tonalità del rosso.
I pigmenti derivano dal biossido di Ti (titanio), naturalmente presente nell’ambiente come anatasio o rutilo. Questo composto è stato utilizzato per sostituire altri sali come il solfato di Ba e il più tossico carbonato di Pb (biacca).
Tra le sostanze utilizzate per la produzione del blu sono da includere: carbonato di Cu (rame) (azzurrite), silicati di Na (sodio) e Al (alluminio) (lapislazzuli), silicati di Cu (rame) e Ca(calcio) (blu egiziano), Cu ftalocianina, alluminato di Co (blu di cobalto) e ossidi di Cr (cromo). Gli inchiostri a base di Cu sembrano essere più stabili e meno tossici dei pigmenti a base di Co (cobalto); infatti, casi di urticaria, granuloma e pseudolinfoma sono stati attribuiti a vari pigmenti contenenti il Co. È stato descritto anche un caso di ipersensibilità al Cr trovato in un tatuaggio blu chiaro .
L’inchiostro nero naturale è ottenuto dalla magnetite e dalla wustite (ossidi di Fe) o dalla combustione di C (carbonio) amorfo (carbone). Il colore nero può anche essere inchiostro India che contiene particelle di C o il cosiddetto logwood che viene estratto dalla pianta Haematoxylum campechisnum (contenente Cr). La presenza di Fe e C come componenti principali del colore nero .
Il pigmento giallo è realizzato col solfuro di Cd (cadmio). La caratteristica di questo composto è la marcata proprietà di fotoconduzione. Per questo motivo esistono casi di dermatiti foto allergiche e fototossiche quando il colore giallo è esposto alla luce; più di un autore ha evidenziato casi di pazienti con gonfiore sul sito di applicazione di un tatuaggio di colore giallo.
Il colore grigio è di solito un prodotto a base di C. L’ocra che è composta da ossidi di Fe mescolati con argilla è il componente base del marrone.
Un nuovo colore usato nei tatuaggi è il rosa. Il rose di .Intenze. è una combinazione di pigmenti rossi e bianchi a base di biossido di Ti.
L’ingrediente utilizzato per la produzione dei pigmenti verdi è principalmente l’ossido di Cr (cromo),ma vengono usati anche altri composti quali i sali di Cu (ftalocianina di Cu e malachite), il cromato di Pb (giallo cromo) e il ferricianuro ferrico (blu di Prussia). Vari autori hanno evidenziato casi di dermatite erpetiforme o eczematosa e di reazioni pseudolinfomatose nelle zone tatuate con un pigmento verde contenente Cr.
Il sale metallico usato per il colore viola contiene Mn (manganese). Malattie della pelle causate da questo elemento sembrano essere molto rare.
Conclusioni
La pratica del tatuaggio è ampiamente adottata in tutto il mondo eppure i componenti inorganici presenti nei pigmenti, una volta iniettati sotto pelle, possono causare patologie croniche o sistemiche. In questo contesto, lo scopo di questa ricerca è stato quello di caratterizzare la composizione chimica di 56 inchiostri per tatuaggio presenti sul mercato italiano e far luce sui rischi connessi.
I dati hanno indicato che il contributo relativo dei metalli alla composizione del pigmento è estremamente variabile tra i campioni, tra i marchi, ed anche all’interno della stessa tonalità di colore. Alluminio, Ba (bario), Cu (rame), Fe e Sr(stronzio)sono i metalli più abbondanti. Tra i metalli allergenici il Cr (cromo) è più alto del limite di sicurezza allergologico di 1 ppm in 35 colori, il Ni (nichel) in 9 colori ed il Co (cobalto) in un solo colore. Elementi tossici come Cd (cadmio), Mn (manganese), Pb (piombo), Sb (antimonio) e V (vanadio) sono maggiori di 1 ppm solo in casi sporadici, mentre il Hg (mercuri) è in tracce o assente.
Considerato che il contatto tra la pelle e il tatuaggio dura tutta la vita, siamo esposti in modo
bianchi continuativo a sostanze tossiche e/o allergizzanti contenute nei pigmenti, con conseguente possibile accumulo di metalli nel corpo. Per questo motivo è necessario che le autorità regolamentino questo tipo di prodotti destinati ad un contatto prolungato con la pelle ed è auspicabile avere dalle ditte che vendono insieme a questi prodotti informazioni dettagliate circa la composizione metallica del materiale che verrà iniettato nella pelle.
Riportato da iltruccoperfetto softapitalia

La Micropigmentazione dell’Areola mammaria o del complesso Areola/Capezzolo a seguito di intervento di asportazione e ricostruzione per tumore al seno:
Su scala Europea secondo le statistiche, il tumore della mammella purtroppo è fra i primi posti. Tante donne subiscono un intervento chirurgico di mastectomia e di ricostruzione. Attualmente l’areola, nelle strutture ospedaliere e cliniche private, viene ricostruita con un intervento in anestesia locale attraverso il prelievo di cute rosea dall’inguine o dalle grandi labbra per la simulazione della parte asportata. Un’alternativa a questa tecnica di ricostruzione, a mio parere invasiva e otticamente spartana ( risultati estetici antiestetici specie se si tratta di asportazione monolaterale e l’areola dovrebbe essere uguale a quella sana…) , è la Micropigmentazione Ricostruttiva.
Essa permette di ottenere un ottimo risultato estetico e senza dolore.
Il capezzolo invece, viene ricostruito con varie tecniche ( torsione, tecnica a spicchio, lipofilling…) chirurgicamente, dopo un certo tempo e non in tutte le strutture ospedaliere.
La micropigmentazione dell’areola mammaria se non si è espansa in Italia è perché non è prevista dal tariffario del nostro S.S.N. in quanto ritenuta una parte del corpo “Estetica” e non costituzionale; in più non esiste ancora una normativa specifica che garantisca che questo trattamento venga svolto da professionisti di micropigmentazione riconosciuti (vista l’assenza di un organismo formativo nazionale approvato).
E’ possibile trattare le pazienti in oncologia, durante le chemioterapie, solo con autorizzazione e il dialogo col medico oncologo in quanto si può procedere all’esecuzione solo in caso di farmaci in circolo che lo consentano ( che non alterano le colorazioni) e nei momenti di ripresa immunitaria segnalati dai frequenti esami del sangue previsti.
Sarebbe un buon obbiettivo, eseguire ogni tipo di micropigmentazione prima dell’inizio delle cure chemioterapiche ( per anticipare la probabile assenza temporanea di ciglia e sopracciglia) e successivamente, ad un po’ di distanza dal termine delle stesse ( in merito alla ricolorazione dell’areola o complesso areola/capezzolo). E’ sconsigliato trattare le zone se la paziente si sottopone a radioterapia.
E’ necessario avere 3 caratteristiche per eseguire la micropigmentazione dell’Areola mammaria:
1) Creatività nell’esecuzione supportata dalle conoscenze tecniche, igienico-sanitarie ed artistiche;
2) Un adeguata conoscenza della colorimetrìa e delle proporzioni;
3) Sensibilità, psicologia e capacità di entrare in empatia con una cliente già provata da un percorso doloroso; si lavora su una zona colpita.
La buona riuscita del nostro lavoro, aiuterà la nostra cliente a ritrovare la fiducia in sé stessa e a migliorare il suo rapporto con la famiglia e con l’esterno.
La Micropigmentazione Paramedicale non è un tatuaggio classico sia per concetto che per attrezzature e pigmenti utilizzati. E’ necessario accingersi a questa materia con grande oculatezza, preparazione e attenzione ma soprattutto bisogna frequentare Corsi preparatori ( se non in Italia, all’estero), ed aver lavorato consecutivamente svariati anni nell’ambito paramedicale, quindi aver lavorato sui casi più diversi e sempre con l’assistenza del medico oncologo e plastico.
I Pigmenti utilizzati rispettano le normative ResAP 2003-2008 e la legge sui Prodotti Cosmetici 76/768/CEE.
Non bisogna confondere il vero marchio CE (Comunità Europea) con quello inventato appositamente dai cinesi CE ( China Express)
(Vedi link: http://www.consumatorenews.com/005628_il-marchio-ce-cinese-confonde-la-comunita-europea/ )
I Pigmenti idonei sono di tipo bioassorbibile, cioè che vengono eliminati nel tempo naturalmente dall’organismo senza danni, studiati più finemente per essere inseriti nella cute con tranquillità senza rischi di allergia né di possibili problematiche legate al cambiamento del colore nel tempo, caratteristica fondamentale dei pigmenti utilizzati invece per il tatuaggio artistico tradizionale.