Ciao Annarita, volevo ringraziarti, ringraziare la tua mano esperta e leggera che induce lo specchio a restituire l’immagine, quasi integra, di un seno violato, di un volto glabro che ha riconquistato la cornice dei capelli e delle sopracciglia dopo la brutalità del male. Riappropriarsi di sé, anche esteticamente, è l’urto necessario a una donna per continuare a lottare, per confrontarsi con la malattia, per ritrovare il suo canto interiore e risvegliare la ricerca di un domani nella sacralità della vita. Mi auguro che questa mia poesia possa toccare la sensibilità di tutte le donne e che possa, come una carezza, mitigare la paura e la pena.
Un abbraccio.
A stento sciama
Il liquido degli incubi
fra le correnti del mio tempo
ma pregusto un piccolo futuro
una scoperchiata pietà
da lucido mattino
e a ridosso di qualche sogno
già scoppia l’aroma
di un ciglio bambino.
Inseguita dall’imbrunire
sprofondo nella meditazione dell’ora
sedotta dalla meraviglia del respiro.
e.c.